Nuovo digitale terrestre in 4K: DVB-T2, che cos’è e come funziona

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Lo switch off dal 2022. Tutto quello che dovreste sapere sul nuovo digitale terrestre, che cos’è e come funziona

È tutto scritto lì, nell’articolo 89 della Legge di Bilancio del 2017. Un provvedimento che – nei fatti – toccherà l’intera popolazione italiana, dunque decisamente impattante sul cittadino. Si parla di nuovo digitale terrestre in 4K e che sostituirà l’attuale sistema. Ennesimo switch off su scala nazionale, che costringerà buona parte dei possessori di televisori a cambiare apparecchio o decoder. Una “rottamazione forzata” che ha come data inderogabile il 1 luglio del 2022: in meno di 5 anni insomma, deve essere tutto pronto per l’arrivo di un nuovo sistema, chiamato DVB-T2. Ma cos’è il DVB-T2 e come funziona?

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1 Nuovo digitale terrestre in 4K – Ennesimo provvedimento europeo

Tutta questa fretta e questo decisionismo (poco in linea con la burocrazia europea) ha una ragion d’essere. Si chiama 5G, una nuova modalità per la telefonia mobile che, per divenire attiva, richiede una banda espansa. Più precisamente si è scelto di liberargli le frequenze 700 (da 694 a 790), a discapito di quelle televisive. Nella Legge di Stabilità c’è scritto: “Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G”, che tradotto significa meno spazio per i canali televisivi. Dov’è il vantaggio? Arriva dall’utilizzo di un segnale ottimizzato, abbinato a un codec di compressione estremamente efficiente. Nel documento non viene specificato il nome del codec, ma si è abbastanza certi che si tratti dell’H265 – detto HEVC – visto che tutti i tv (Samsung, Sony, Philips) sono predisposti per quel formato. Il sistema è chiamato DVB-T2 e assicura più multiplex (quindi più canali televisivi) a una risoluzione maggiore. Si parla di 4K, ma l’H265 è predisposto per risoluzioni altissime.

2 Nuovo digitale terrestre in 4K – Primi step

La nuova legge ha però già affrontato i primi step: dal 1° luglio 2016, infatti, i produttori non possono più immettere sul mercato televisori sprovvisti del nuovo standard di trasmissione o senza il codec H265/HEVC. Dal 1° gennaio 2017 anche i rivenditori si sono dovuti adeguare, non potendo di fatto più vendere i vecchi televisori. La legge, però, ha già fatto un passo indietro: probabilmente per tanti rivenditori disfarsi dei televisori “fuori legge” entro il 2016 era davvero ambizioso, così la normativa ha avuto un’integrazione. È stata quindi introdotta la possibilità ai negozi di commercializzare le TV con il digitale terrestre DVB-T, a patto che queste vengano vendute abbinate a un decoder DVB-T2 con codec HEVC.

3 Nuovo digitale terrestre in 4K – Come faccio a vedere il nuovo digitale terrestre?

Se si possiedono televisori non recenti, la faccenda si fa più complessa. È necessario consultare il libretto di istruzioni e assicurarsi che sia compatibile con lo standard H265/HEVC e in grado di ricevere il segnale in DVB-T2. Qualora non lo fosse, bisognerà comprare – entro e non oltre il 2022 – un decoder apposito. I prezzi variano molto, ma li si trova anche a 30€. Il vero problema riguarda la qualità. Per un decoder compatibile con il 4K bisogna spendere un po’ di più. Tra i ricevitori del nuovo digitale terrestre più economici c’è il Leelbox Q2 Mini: sono 42 € e supporta i 3840×2160 pixel di risoluzione. Altro a meno si fa fatica a trovarlo: Si passa ai 120 € per il Jeppsen Mediabox o ai 261 €, per il Mutant box con inclusi 500 GB di memoria. Insomma, per beneficiare dei vantaggi promessi dal nuovo digitale terrestre, qualche soldino bisognerà spenderlo.

4 Nuovo digitale terrestre in 4K – Come sapere se il tv è compatibile con DVB-T2

Come già detto c’è scritto sul foglio delle specifiche. In alternativa sul sito internet del produttore, trovate la scheda tecnica. Indicativamente però è possibile capirlo dalla data di produzione del vostro televisore. I tv antecedenti al 2010 sono i meno adatti: hanno il vecchio digitale terrestre ma molti di loro non sono provvisti nemmeno del codec Mpeg4. I tv prodotti dal 2010-2014 per la maggior parte sono predisposti per l’alta definizione e l’Mpeg4, ma non per il nuovo digitale terrestre (DVB-T2). Quelli invece prodotti dopo il 2015 supportano lo standard DVB-T2 e il codec H265/HEVC. In generale, un tv di fascia medio-alta come il XE70 o il Philips MU7000 non ha alcun problema. Occhio ai tv economici: prima di comprare un tv Akai, Hisense o Blaupunkt leggere attentamente le specifiche tecniche.

5 Nuovo digitale terrestre in 4K – Era necessario?

Le rottamazioni imposte ai cittadini non sono quasi mai viste di buon occhio dall’opinione pubblica. Già ai tempi del primo switch off, tra segnale analogico e digitale si sollevò un borbottio collettivo, con lamentele diffuse tra gli spettatori. Arrivava però dopo oltre 50 anni di sistema analogico e il cambio è stato vissuto come necessario. Il secondo switch off arriva dopo nemmeno cinque anni dal precedente e le polemiche non mancheranno. È ovvio che la tecnologia si muove a velocità sempre più sostenute, ma una domanda sulla reale utilità dell’operazione risulta legittima. Perché non è stato attivato direttamente il sistema DVB-T2 ai tempi del primo switch off? D’altronde esiste del 2008 e in molti Paesi era attivo da parecchio. Il cambio per il nuovo digitale terrestre si tradurrà in un costo statale di 25 milioni di €, stanziati per non gravare troppo sulle tasche degli italiani. Va anche detto che si tratta di una direttiva europea, piovuta dal cielo soltanto recentemente. È la solita storia del “ce lo chiede l’Europa”: l’abbiamo già sentita e per adeguamenti ben più sostanziali. Vedremo nel 2022 se lo switch off varrà la candela o meno.

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