Cantore della napoletanità, abbiamo scelto tra i romanzi più belli delle sue serie: ecco di libri di Maurizio de Giovanni che non potete perdere
Tra gli autori più letti e prolifici degli ultimi anni, Maurizio de Giovanni occupa senz’altro un posto di rilievo, non solo per la sua bravura come “Raccontatore di storie” – definizione che lui si stesso si dà anche sul suo profilo Facebook – ma anche per la sua capacità di portare alla ribalta tanti aspetti sociali fondamentali. Nei libri di Maurizio de Giovanni troviamo storie e stralci di vita a cui ognuno può scegliere di lasciarsi andare per alcune ore, riconoscendo se stesso nelle emozioni e negli stati d’animo dei protagonisti.
Ma nelle sue storie c’è anche un altro aspetto, forse troppo spesso trascurato ed è la capacità di far conoscere aspetti storici attraverso libri di narrativa. È quello che accade con i libri della serie del commissario Ricciardi, il suo personaggio più conosciuto. E così le indagini del Commissario diventano il modo per far conoscere tanti aspetti quotidiano del fascismo (la serie è ambientata negli anni ’30), che molti non possono conoscere, perché la conoscenza scolastica ci ferma ai fatti, ma non ci fa approfondire tanti aspetti che influenzavano la vita di tutti i giorni delle persone. Maurizio de Giovanni inoltre racconta la città di Napoli, che lui definisce
“la mia più grande fonte di ispirazione”
In quest’articolo troverete alcuni libri tratti dalle sue serie. Scegliere solo pochi titoli non è stato semplice, e sicuramente tra i lettori di de Giovanni ci saranno alcuni che avrebbero inserito altri libri al posto di quelli scelti, ma considerateli degli spunti, per iniziare a perdersi nelle storie di quest’autore.
Leggi anche la guida su tutti i libri consigliati divisi per autore o tematica, i libri da leggere quando non sai cosa leggere, le autobiografie e molto altro.
1 Una lettera per Sara
Cominiciamo questa rassegna di libri di Maurizio de Giovanni con “Lettera per Sara”, il nuovo episodio della serie che ha come protagonista la detective Sara Morozzi, già nota ai lettori per i due libri pubblicati nel 2018 e nel 2019 e intitolati “Sara al tramonto” e “Le parole di Sara”. La serie di Sara è senz’altro la serie più nera dell’autore. Sara è una donna invisibile, che tende a passare inosservata, ma che dalla sua ha un potere: legge le labbra e interpreta il linguaggio del corpo. Sarah è un’ex agente della più segreta unità dei Servizi.
Il sottotitolo del libro è “Il passato non dimentica”, Sara infatti lavora sul passato, e così l’autore, attraverso questo stratagemma narrativo, coglie l’occasione per riportare alla luce storie tragiche della storia italiana. Come de Giovanni stesso racconta in un’intervista:
“Questo libro è dedicato a Graziella Campagna, una ragazza che lavorava in una lavanderia: nel 1985, a diciassette anni, fu uccisa per motivi apparentemente inspiegabili. Solo più vent’anni dopo, grazie alle indagini di suo fratello carabiniere che ha cercato per tutta la vita di fare luce sull’omicidio della sorella, si è scoperto il motivo per cui era stata uccisa”
Maurizio de Giovanni ha ripreso quel fatto e ne ha reinventato la storia. Nel romanzo Una lettera per Sara, (uscito martedì 19 maggio per Rizzoli), Sara tornerà sul suo passato, e molte delle sue certezze potranno vacillare.
2 Gelo – per i Bastardi di Pizzofalcone
Gelo è il quarto romanzo che vede come protagonisti l’ispettore Lojacono e tutta la squadra del commissariato di Pizzofalcone. Maurizio de Giovanni riesce a creare, dopo la serie che ha come protagonista il commissario Ricciardi, un’altra serie che da un lato conserva gli elementi classici del genere giallo – come l’indagine, la violenza e i casi da risolvere – e dall’altro risulta essere anche divertente, portando il lettore nella vita e nei problemi dei vari componenti della squadra.
In questa puntata della serie di Lojacono, che è ambientata nel presente, i personaggi ricorrenti di de Giovanni si sviluppano molto più pienamente di quanto abbiamo visto nei tre romanzi precedenti e le loro relazioni diventano più intense e penetranti. Il titolo definisce il tono del romanzo, riferendosi al freddo fisico di un inverno tetro, ma anche all’umore degli ufficiali del distretto di Pizzofalcone.
L’indagine principale di questo romanzo inizia quando Lojacono e Alessandra Di Nardo, conosciuta come Alex, vengono chiamati sul luogo di due omicidi nello stesso appartamento. Una giovane donna giace distesa su un letto, il viso gonfio attorno al naso e alla bocca, strisce rossastre sul collo. Una seconda vittima, un giovane, è accasciato su una scrivania, seduto, con la testa appoggiata sul tavolo e il braccio, che ancora stringe una penna, penzolante accanto a lui.
Il giovane di sesso maschile è un serio ricercatore all’università, che aspettava una visita da suo padre, che non vedeva da diciassette anni mentre suo padre, condannato per omicidio, stava scontando la pena detentiva. La seconda vittima è la sorella, di cinque anni più giovane. È diventata famosa come modella, con l’opportunità di fare l’attrice. Suo padre, oltraggiato da ciò che immagina il suo comportamento, esige che lei si trasferisca con lui in modo che possa “proteggerla”, e il suo rifiuto di conformarsi lo infuria.
Le indagini sull’omicidio offrono all’autore l’opportunità di esaminare la vita di tutti questi personaggi, sia quella delle vittime che degli investigatori. Il principale sospettato è, naturalmente, il padre violento delle vittime, che descrive dettagliatamente la sua vita, i suoi pensieri e le sue fantasie in sezioni in corsivo, consentendo al lettore di conoscerlo bene senza doverlo vedere in molte scene d’azione. Ciò consente all’autore di dedicare la maggior parte della sua narrazione a animare i suoi investigatori, e spesso lo fa con umorismo.
Mentre le complicate – e spesso non convenzionali – vite dei “bastardi” iniziano a svolgersi e gli ufficiali diventano più a loro agio nel condividere chi sono, anche le loro storie d’amore iniziano a rivelarsi. Alcuni ufficiali si trovano attratti da altri all’interno del distretto, alcuni alla fine cedono e ammettono i loro desideri più intimi, e altri ancora, che sono stati reticenti, finalmente vedono quanto l’amore e la cura di un altro possano cambiare la loro vita.
Alla fine, il romanzo, come tutti i libri di Maurizio de Giovanni, è molto più del racconto di un’indagine che deve risolvere il mistero di un omicidio, sebbene la ricerca dell’assassino continui a servire come fattore unificante nella struttura del racconto.
3 Vipera: Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi
A differenza della serie dei Bastardi di Pizzofalcone, le indagini del commissario Ricciardi sono ambientate negli anni ’30 a Napoli durante il regime fascista di Benito Mussolini. Il commissario Ricciardi ha un’abilità infallibile: riesce vedere gli ultimi momenti prima della morte di una vittima. Naturalmente il suo “dono” non è sufficiente a rivelare l’assassino, ma consente a Riccardi di farsi un’idea dello stato d’animo della vittima prima della sua morte.
Vipera è il sesto libro della serie. In un bordello di alta classe viene scoperta una rinomata prostituta, soffocata da un cuscino. Alcuni dei suoi clienti sono ben noti residenti napoletani e Ricciardi deve tagliare la reticenza degli habitué del bordello per scoprire il colpevole. I sospetti vengono rintracciati e intervistati, così il passato della ragazza morta, nota come Vipera, viene rivelato un pezzo alla volta.
Accanto all’indagine, de Giovanni utilizza questa storia anche per esplorare i personaggi della serie: il commissario, la sua famiglia e i suoi colleghi. Sullo sfondo c’è sempre la città di Napoli: i suoi vicoli, le tradizioni, le canzoni. L’omicidio della donna ha luogo una settimana prima di Pasqua: leggendo questa storia siamo anche catapultati nelle descrizioni delle usanze, e soprattutto dei cibi, della Settimana Santa.
Il commissario è oggetto di attenzioni amorose da parte di due donne, la seducente Livia che si è trasferita da Roma a Napoli per stargli vicino e Enrica, che sta imparando la cucina napoletana dalla nonna di Ricciardi. A differenza della maggior parte dei triangoli dell’amore letterario, questo è un vero morso ed è chiaramente impostato per continuare nelle puntate successive della serie.
4 Dodici rose a Settembre
In questo romanzo fa la sua comparsa un’altra protagonista, il suo nome è Gelsomina Settembre, per tutti “Mina” e opera come assistente sociale nei Quartieri Spagnoli di Napoli.
Qui più che altrove l’indagine è mista alla commedia. Maurizio de Giovanni infatti gioca molto sui personaggi che Mina incontro ogni giorno a lavoro e nei suoi giri nei Quartieri. C’è il collega che assomiglia a Robert Redford ma non sembra accorgersi della sua bellezza; c’è il portiere del palazzo, che ogni volta rimane “incantato” a guardare le forme abbondanti di Mina. Proprio il suo seno prosperoso è motivo di continue discussioni con la madre, che la rimprovera di non mettere “a frutto” quella dote.
Ci sono ovviamente anche qui i casi da risolvere. L’indagine principale riguarda un serial killer che invia una rosa rossa alle sue vittime prima di ucciderle. Sarà una corsa contro il tempo per Mina Settembre, in questa storia che senz’altro vi appassionerà, divertirà e farà riflettere grazie alle tante tematiche sociali che emergono.
5 Il posto di ognuno. L’estate del commissario Ricciardi
Già abbiamo parlato dei libri della serie del Commissario Ricciardi ma, oltre a Vipera, vogliamo consigliarci anche un altro titolo della stessa serie: “Il posto di ognuno”, il terzo libro della collana del Commissario Ricciardi. Il libro fa parte di un quartetto di romanzi che esplorano il mondo del Commissario Ricciardi attraverso i cambiamenti stagionali. Questo libro è sottotitolato “L’estate del Commissario Ricciardi”.
Napoli 1931 – di fronte a una delle estati più calde che la città abbia mai visto – la tensione sale anche a causa dell’ascesa del Partito fascista. È durante questi periodi accesi che il Commissario è chiamato a risolvere l’omicidio di una misteriosa e bella donna. Come in altri casi, gli intrecci socio-politici avranno un posto centrale nella vicenda.
Tuttavia, questo non è un tipico noir criminale e il Commissario Ricciardi non è un tipico eroe noir. Come abbiamo già detto prima possiede il dono: la capacità di “visualizzare” gli ultimi momenti della vita di persone che hanno subito morti orribili e spesso violente.
Una delle abilità di de Giovanni risiede proprio nel prendere questo concetto fantastico e non esagerare, cioè non trasformare i romanzi nella direzione del crimine fantasy popolare. Maurizio de Giovanni esplora abilmente e rivela l’impatto che tali esperienze avrebbero avuto su una persona, specialmente se ne fossero state informate in tenera età. Cresciuto con le visioni come compagne costanti e incapace di confidare a nessuno la sua abilità paranormale, il Commissario si è abituato a stare da solo, nella definizione più vera del termine.
Sebbene questa abilità sembri un dono, le visioni hanno lasciato cicatrici permanenti sulla sua psiche. Incontri ripetuti con i morti hanno lasciato il Commissario incapace di stabilire connessioni significative nel mondo reale, dandogli un carattere cupo che quasi tutti intorno a lui guardano con sospetto, al limite della superstizione.
Quasi, perché come vediamo, ci sono alcune persone che si prendono cura di lui, ognuna a modo suo. C’è il brigadiere Maione, il suo fidato amico delle forze di polizia, la sua tata, che si è presa cura di lui sin da quando era bambino, e il dottor Bruno Modo, ex militare e chirurgo che raddoppia anche come medico legale quando necessario. Nessuno di loro è a conoscenza dell’abilità di Ricciardi. A completare la tensione ci sono Enrica, la vicina di casa di Ricciardi con cui condivide una storia d’amore inespressa, e Livia Vezzi, una cantante straordinariamente bella che è molto determinata a conquistare il cuore del Commissario.
L’autore dipinge Napoli come una città in una transizione travagliata – una città che viene lentamente inghiottita dalle soffocanti restrizioni e dichiarazioni del regime Fascista. E così l’autore descrive i cambiamenti fondamentali nello stile di vita della popolazione in generale – gli impiegati pubblici, la stampa, i negozianti, i sacerdoti, i professionisti e inoltre fa luce sugli elementi marginali della società europea in quei tempi.
Il caso funge da rappresentazione in scala minore delle turbolente relazioni tra la classe alta, la polizia, il Partito fascista, la stampa di sinistra e la popolazione comune isolata. Il titolo è emblematico del sentimento pervasivo nella storia – che ognuno ha un posto assegnato nella società, sia per scelta, norme sociali, educazione o persino dichiarazioni fasciste, e la società è meglio servita quando ognuno prende il proprio posto e adempie alle responsabilità assegnate.
Il libro è scritto in un modo che può essere letto come un libro autonomo senza leggere i libri precedenti della serie e cattura l’attenzione dalla prima all’ultima riga.
Rosa non è la nonna di Ricciardi e la sua cucina non è napoletana, ma Cilentana; ed Enrica vuole da Rosa le chiavi per entrare nella impenetrabilità di Ricciardi. Scusami, ma li amo tutti ed una imprecisione diventa un fatto personale