Tra i titoli da non perdere, ecco i migliori libri scritti da personalità di spicco che hanno vinto il Premio Nobel per la letteratura
Il premio Nobel per la letteratura è assegnato a un corpus di opere, non a un titolo specifico, per questo abbiamo deciso di creare una piccola lista di alcuni libri scritti da Premi Nobel per la Letteratura. Testi che secondo noi sarebbe interessante leggere nella vita. Ma accanto al titolo consigliato, troverete anche altri libri dello stesso autore, così, se quel titolo non vi convince, avrete la possibilità di sceglierne altri.
1 Il vecchio e il mare | Ernest Hemingway
Tra i libri scritti da Premi Nobel un posto di riguardo spetta senz’altro a “Il vecchio e il mare” dell’americano Ernest Hamingway, scrittore che vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1954 e il Premio Pulitzer l’anno precedente. “Il vecchio e il mare“ fu pubblicato nel 1952. A prima vista, la storia sembra essere una semplice storia di un vecchio pescatore cubano che pesca un enorme pesce, solo per poi lasciarlo andare. Ma nella storia, ovviamente, c’è molto di più.
Parliamo infatti di un racconto di coraggio ed eroismo; della lotta di un uomo contro i propri dubbi, gli elementi della natura, e, tra questi, un pesce enorme, gli squali e persino il suo desiderio di arrendersi. Alla fine “il vecchio” riesce, poi fallisce e poi vince ancora. Al centro della storia c’è quindi la perseveranza del personaggio contro tutti gli elementi che gli si oppongono. Questo breve racconto – solo 127 pagine – ha contribuito a far rivivere la reputazione di Hemingway come scrittore, riscuotendogli un grande successo, incluso il premio Nobel per la letteratura.
Il protagonista è Santiago, un vecchio e un pescatore che se ne va da mesi senza pescare. Molti stanno iniziando a dubitare delle sue capacità di pescatore. Persino il suo apprendista, Manolin, lo ha abbandonato e si è recato al lavoro per una barca più prospera. Il vecchio parte un giorno in mare aperto – al largo delle coste della Florida – e si spinge un po’ più lontano di quanto normalmente vorrebbe per catturare un pesce. Abbastanza sicuro, a mezzogiorno, un grosso pesce si fa sotto, ma è troppo grande per essere gestito da Santiago.
La novella di Hemingway mostra come l’uccisione e la morte possano portare un uomo a comprendere la propria mortalità e il proprio potere di superarla. Hemingway scrive di un’epoca in cui la pesca non era semplicemente un’attività commerciale o sportiva. La pesca era un’espressione dell’umanità nel suo stato naturale – in armonia con l’ambiente. Un’enorme resistenza e potere sorsero nel petto di Santiago. E così il semplice pescatore divenne un eroe classico grazie alla sua lotta epica. Sempre dello stesso autore consigliamo: l’eterno “Addio alle armi” e il libro più di nicchia “Fiesta”.
2 Vergogna | J. M. Coetzee
John Maxwell Coetzee ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2003. Vergogna è considerato da molti il suo miglior libro e ha vinto il premio Booker nel 1999, rendendo J.M. Coetzee il primo scrittore a vincere il premio due volte. Ma oltre ai riconoscimenti, Coetzee è noto come un grande scrittore sudafricano che ha affrontato la selvaggia complessità degli anni dell’apartheid e post-apartheid. I meriti di Coetzee sono tantissimi, tra cui quello di aver portato il romanzo in inglese in un nuovo territorio immaginativo e morale.
Il protagonista di questo libro scritto da un Premio Nobel è David Lurie, un professore di cinquantadue anni che insegna in un’università di Capetown e viene accusato di cattiva condotta sessuale con uno dei suoi studenti. Lui però sceglie di non difendersi, e di affrontare – forse sarebbe più corretto “subire” – il destino con stoicismo. Nella sua mente, il protagonista non ha commesso alcun reato; ma allo stesso tempo preferisce essere licenziato e subire offese e un futuro incerto piuttosto che sopportare un processo di riabilitazione politicamente corretto.
A un certo punto della storia decide di ritirarsi in campagna per vivere in compagnia di sua figlia, ma anche per affrontare riflettere sul significato di questa ingiunzione autoinflitta. È qui che Vergogna inizia a impegnarsi seriamente con le conseguenze dell’apartheid. I conflitti del Sudafrica non scompariranno mai. La visione di Coetzee è un commento originale e nitido sul Sud Africa dell’apartheid, ma ha anche un’esplorazione della condizione umana con una cupa e spassionata simpatia. Un modo di unire realtà e passioni umane che molti lettori hanno trovato indimenticabile. L’incipit del romanzo è bellissimo:
“A suo avviso, per essere un uomo della sua età, cinquantadue anni, divorziato, ha risolto il problema del sesso piuttosto bene”.
Tra i libri scritti da Coetzee vi consigliamo anche: Aspettando i barbari e Bugie e altri racconti morali.
3 Un artista del mondo fluttuante | Kazuo Ishiguro
In tanti conoscono Kazuo Ishiguro per i suoi romanzi più famosi come “Quel che resta del giorno” (vincitore del Booker Prize) e Non lasciarmi, ma il romanzo perfetto, che esprime la sua eredità giapponese e cattura anche la bellezza e la delicatezza inquietanti della prosa inglese di Ishiguro è la sua seconda opera di narrativa: Un artista del mondo fluttuante.
Questo libro, come suggerisce il titolo, è un tour de force ambientato durante l’occupazione americana del Giappone, nella seconda guerra mondiale. Masuji Ono, un artista rispettato negli anni ’30 e durante la guerra, ma ora in pensione, ricorda con garbo il passato, da un punto di vista altamente soggettivo. Ono, che trascorre il suo tempo facendo il giardinaggio e il vasaio, apre la sua narrazione con una frase sommessa il cui significato risuonerà per tutta la storia:
“Se in una giornata di sole si sale il ripido sentiero che sale dal piccolo ponte di legno ancora menzionato qui intorno come “il Ponte dell’Esitazione”, non dovrai camminare molto prima che il tetto della mia casa diventi visibile tra le cime di due alberi di ginkgo. “
Tutto, per Ono, è provvisorio e preoccupante: arte, famiglia, vita, posteri. Un artista del mondo fluttuante presenta, con la minaccia di una calma quasi onirica, le reminiscenze di un pittore in pensione a seguito di un disastro nazionale. Fuori dalla sua casa, c’è la cupa resa dei conti che ha seguito gli orrori di Nagasaki e Hiroshima. L’occupazione americana sta schiacciando l’orgoglio nazionale del Giappone. Una nuova generazione di giovani veterani vuole dimenticare il passato imperiale. Allo stesso tempo, nel tranquillo isolamento di casa e giardino, Masuji Ono ha tempo per alcune riflessioni sempre più travagliate.
Diventa chiaro che il passato di Ono nasconde alcuni segreti colpevoli che “l’artista” deve affrontare con riluttanza; segreti che illuminano i temi più ampi di colpa, invecchiamento, solitudine e sconcertante incomprensione tra giovani e vecchi. La tragedia implicita nel libro è che le lunghe divagazioni di Ono nel passato ritornano, inesorabilmente, ai problemi del presente. Senz’altro tra i libri scritti da Premi Nobel da leggere quanto prima.
4 Il sogno del Celta | Mario Vargas Llosa
Mario Vargas Llosa ha vinto il premio Nobel per la Letteratura nel 2010 ed è considerato uno dei maggiori scrittori del Novecento. Nello stesso anno l’autore ha pubblicato il celebre romanzo Il sogno del Celta, una biografia romanzata ambientata nell’Ottocento dell’irlandese Roger Casement, patriota che si scontra con le conseguenze della dominazione europea in Africa.
Come una biografia su larga scala, il romanzo tenta di coprire tutti gli episodi della sua vita, dalla sua infanzia protestante in Ulster, alla giovinezza come impiegato per una compagnia di navigazione di Liverpool, ai suoi primi anni in Congo. Dello stesso autore vi consigliamo anche: Avventure della ragazza cattiva e Il Paradiso è altrove.
5 Il taccuino d’oro | Doris Lessing
Doris Lessing ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 2007. Accolto come uno dei testi chiave del movimento femminile degli anni ’60, Il taccuino d’oro è un libro ambizioso e ribelle, ma non solo. “Tutto sta crollando”, afferma Anna, la protagonista del capolavoro della Lessing, un romanzo che si colloca in questa lista di Libri scritti da Premi Nobel per il suo strano, visionario impegno con le problematiche e le ansie del suo tempo, ma anche per la sua straordinaria presa sull’immaginazione letteraria del ventesimo secolo.
Per molti questo romanzo è uno dei testi chiave del movimento femminile degli anni ’60, ma questa potrebbe sembrare una definizione riduttiva, perché il lavoro di Doris Lessing è sempre stato difficile da etichettare: un mix di realismo classico, fantascienza, parabola, memoria, fantasia e polemica. Ne Il taccuino d’oro ritroviamo molti di questi elementi. Anna Wulf è una madre single divorziata e una scrittrice afflitta dal blocco dello scrittore, che conserva quattro quaderni – nero, rosso, giallo e blu – in cui esplora la sua vita letteraria / infantile, politica, emotiva e quotidiana / psicologica. Lo fa, dice Lessing,
“per separare le cose le une dalle altre, per paura del caos, della mancanza di forma – del crollo”.
Questo è un romanzo che aleggia in modo irresistibile al limite della follia, esplorando l’idea che uno scrittore che crea una narrazione unificata in qualche modo tradisca la verità dell’esistenza. Nella parte conclusiva del quaderno blu che descrive la sua vita emotiva, Anna si innamora della sua locandiera americana, Saul Green, una crisi catartica che finalmente la libererà dal blocco dello scrittore. Ora decide, con le sue stesse parole, di
“mettere tutto me stesso in un libro”.
Questo diventa Il taccuino d’oro, l’unico volume che libererà Anna e il suo amante e le regalerà la chiave della sua guarigione. In questo libro è forte la ricerca di identità personale e politica da parte di una donna. Una ricerca raccontata a più voci, con molteplici narrazioni. Un’opera provocatoria e ambiziosa che ha ricostruito l’idea di narrativa di molti lettori. Di Doris Lessing vi consigliamo anche: Il diario di Jane Somers e Sotto la pelle: La Mia Autobiografia. 1919-1962.
6 Narciso e Boccadoro | Herman Hesse
Herman Hesse ha vinto il premio Nobel nel 1946. In questo romanzo di formazione il Premio Nobel per la letteratura Herman Hesse riflette sul contrasto tra la natura e lo spirito, la prima rappresentata da Boccadoro e il secondo da Narciso. È una storia di maturità, un commento sulla filosofia esistenziale e una bella descrizione di un’amicizia che dura tutta la vita. Narciso è un assistente dell’insegnante nel chiostro di Mariabronn e intende fare pienamente i suoi voti come monaco. Narciso è uno studioso di grande talento ed è evidente che un giorno servirà la chiesa e diventerà anche l’abate del chiostro. È un uomo cerebrale che apprezza l’intelletto ma la sua enfasi sul razionale gli impedisce anche di avere amicizie vere o amore significativo nella sua vita. Ma tutto ciò cambia quando un giovane di nome Boccadoro viene lasciato al convento da suo padre.
Il padre di Boccadoro lo lascia al convento con l’intenzione che sia allievo e alla fine diventi monaco. Ma Boccadoro non possiede il distacco intellettuale di Narciso e l’amore, l’arte e la seduzione sono cose che non può negare a se stesso per diventare un monaco. Narciso lo aiuta rendersi conto che la vita del chiostro non fa per lui e quando Boccadoro apprende i piaceri del sesso da una zingara, sa che Narciso ha ragione e fugge immediatamente dal chiostro.
Gran parte del libro è una descrizione del viaggio irrequieto di Boccadoro come vagabondo. Ovunque rimanga, che si tratti di una modesta fattoria, del castello di un cavaliere o di una grande città, riesce a soddisfare i suoi desideri sessuali seducendo innumerevoli donne. Ma non rimane mai in un posto abbastanza a lungo per avere un’amicizia duratura e profonda come quella che aveva con Narciso. Di Herman Hesse vi consigliamo anche: Il lupo nella steppa e Siddhartha.
7 I vagabondi | Olga Tokarczuk
Alla scrittrice polacca è andato il Premio Nobel per la Letteratura nel 2018, grazie alla sua
“immaginazione narrativa che con enciclopedica passione rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”.
Il premio le è stato assegnato però solo l’anno dopo, perché l’Accademia di Svezia, dopo lo scandalo molestie sessuali e l’indagine per irregolarità finanziarie, decise di annullare la premiazione per il 2018. I vagabondi è vincitore anche dell’International man booker prize 2018. Non è facile dare una definizione a questo romanzo che è contemporaneamente un’opera di narrativa, un memoir, un taccuino, ma anche un libro di viaggio.
Ne avevamo parlato in modo approfondito in un articolo sui libri consigliati 2019 per cui vi rimandiamo a quello per saperne di più su questo appassionante libro e su questa autrice.