Helperbit, debutta la startup italiana che rivoluzionerà il crowdfunding

helperbit

La startup made in Italy arriva finalmente al lancio ufficiale, dopo una gestazione in beta che ha portato risultati interessanti.

Più di un anno è passato dal sisma del Centro Italia, tragedia che ci ha tristemente ricordato quanto l’Italia sia indietro sotto aspetti cruciali come la sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio. Ma c’è un altra lacuna, non meno drammatica, che il sisma di Amatrice ha fatto affiorare per l’ennesima volta. Parliamo della lentezza cronica che paralizza donazioni e raccolte di fondi, bloccate a lungo – si parla anche di anni – da lungaggini burocratiche e scarsa trasparenza di gestione. Una burocrazia elefantiaca, per non usare termini più dispregiativi, che il team dietro alla startup Helperbit ha deciso di combattere offrendo un’alternativa. L’idea da cui nasce Helperbit, consiste nel declinare la tecnologia Blockchain, di cui parliamo spesso su queste pagine, in modo per semplificare e notificare il sistema di donazioni. Utenti e associazioni possono iscriversi alla piattaforma, e utilizzare una serie di strumenti volti a rendere il processo completamente trasparente e tracciabile. 

1 Helperbit, una road map durata due anni

Helperbit parte oggi nella sua versione definitiva, col lancio pubblico che coincide con l’evento “Finanziare il sociale con la Blockchain”, tenuto alla Camera dei Deputati presso Palazzo Montecitorio. La piattaforma nasce nel 2014, da un’idea dell’amministratore delegato Guido Baroncini Turrichia. Proprio nelle sue parole, si riassume perfettamente la missione della startup: “La Blockchain si pone come la chiave di volta di un sistema che ambisce a trasformare l’intero mondo della beneficenza e sull’onda di questo cambiamento Helperbit vuole diventare un punto di riferimento, sviluppando nuovi strumenti per facilitare l’accesso alla tecnologia anche ai non addetti ai lavori.”

2 Partnership con Legambiente

Il tempo di mettere insieme il team e nel 2015 parte la beta. La road map è tracciata, ma il progetto non prevede applicazioni immediate. Poi, quel dannato 24 agosto 2016, la data del terremoto di Amatrice. Un evento che porterà al primo case study, nonché prima applicazione “diretta” di ciò che può offrire Helperbit. Nel dicembre 2016, Legambiente e il team di sviluppo avviano una collaborazione, con l’obiettivo di raccogliere fondi per “La rinascita ha il cuore giovane”, progetto di Legambiente per raccogliere fondi da destinare a giovani imprenditori colpiti dal sisma.

3 Alcuni numeri

La collaborazione, tuttora in corso, può definirsi un successo. Il COO Davide Menegaldo, contattato telefonicamente, fornisce il numero sicuro di 9.5 bitcoin raccolti fino ad ora. Chi non è pratico di criptovalute potrà interpretarlo un valore molto basso, ma al cambio attuale si tratta di una cifra che si avvicina ai 60.000 euro. Sono numeri che aiutano a capire il potenziale di Helperbit, se si considera che il tutto è realizzato mentre il sito era ancora in versione beta. Un vero e proprio case study dunque, che ha dimostrato come sia possibile far arrivare fondi alle zone colpite dal sisma in modo tracciabile, trasparente e veloce.
 

4 Helperbit, come funziona?

Una volta eseguito il login, l’utente si trova di fronte alla schermata iniziale, dove è subito visibile una panoramica in tempo reale sulle calamità a cui è possibile contribuire. Immediatamente sotto, compare la lista dei progetti attivi, ai quali si può scegliere di partecipare con donazioni e contributi di qualsiasi entità. Importante ricordare che l’iscrizione è gratuita e non ci sono commissioni prelevate sul transato. L’utente può essere al tempo stesso donatore e ricevere contributi, nel caso in cui sia colpito da una calamità. Le organizzazioni che scelgono di aderire passano tramite un processo di screening abbastanza lungo, volto a controllarne con certezza la proprietà, l’identità di chi amministrerà il portafoglio e che rispettino le norme standard.  

5 Multisignature, garanzia di sicurezza

Helperbit offre a utenti e associazioni la garanzia di un portafogli bitcoin in multisignature. I portafogli di questo tipo, gestibili in totale autonomia, richiedono più di una chiave per autorizzare una transazione e sono  utilizzati per suddividere le responsabilità del capitale custodito. Helperbit resterà in possesso di una singola chiave, che servirà esclusivamente per questioni di backup e non darà accesso al portafoglio. Al momento, il progetto è destinato a restare web based. Un’app per Android è in fase di sviluppo, ma non sono previsti lanci imminenti.

6 Helperbit e la Blockchain: i futuri (e presenti) usi possibili?

Proprio ieri, ci siamo chiesti a cosa potesse servire la Blockchain, Helperbit è una delle risposte possibili. Molti potenziali utenti, soprattutto quando si parla di criptovalute, sono tagliati fuori dalla blockchain per via di un utilizzo non semplice da comprendere per chi è privo di nozioni tecniche. In questo, il portale italiano si è prefisso di rendere il processo di donazioni in bitcoin semplice, immediato e utilizzabile in tempo reale. Gli auguriamo vivamente di cambiare faccia ai processi macchinosi con cui funzionano le donazioni in Italia.

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