Facebook e Instagram si organizzano, gradita anche l’iniziativa privata. E’ guerra alle fake news e alle fake photos dei falsi avventurieri
Chi si occupa di gestire i social media ha pianto negli ultimi giorni. Facebook continua la sua lotta a favore dei contenuti originali e veritieri, in perfetto stile Google. La soluzione in effetti è stata semplice e a portata di click: disattivare su tutte le pagine la possibilità di modificare l’anteprima degli articoli condivisi per ridurre le fake news. Qual è il problema di fondo? L’utenza. L’80% degli utenti di Facebook, infatti, si sofferma a titolo e descrizione nella visualizzazione delle notizie. Spesso le informazioni relative ad una notizia vengono modificate proprio nell’anteprima ante-condivisione sulla piattaforma di proprietà Mark Zuckenberg. Tale meccanismo scatena fenomeni di disinformazione di massa molto preoccupanti. L’interpretazione della notizia sta diventando una prassi. Se vi piacciono i social network e siete curiosi di conoscere nuove app, leggete l’articolo dedicato!
1 Ultimo provvedimento
Con questa modifica Facebook intende eliminare alla base i pericoli delle fake news. Gli amministratori delle svariate pagine Facebook non avranno più la possibilità di modificare la descrizione di un link. Tale descrizione include la foto, il titolo e il sommario, cioè informazioni fondamentali, a volte le uniche lette veramente dagli utenti. Sembra banale, ma una tale accortezza limiterà notevolmente in numero di notizie false sul web. Un’altra iniziativa importante del social network è quella di far pagare le notizie ufficiali a coloro che avranno voglia di leggerle. All’interno del servizio a pagamento troveranno spazio solo le notizie vere delle grandi testate nazionali ed internazionali, sulle quali i giornalisti hanno lavorato ore e ore per raccogliere le testimonianze e per verificare le fonti. Un provvedimento più che doveroso, anche se i rischi legati a tale selezione non sono pochi. Chissà quanti saranno disposti a pagare per leggere una notizia avendo tutto il web a disposizione in maniera immediata e gratuita (anche se un po’ fake).
2 L’Inps contro i fake su Facebook
Di appena un mese fa la pubblicazione di un comunicato stampa ufficiale dell’Inps per allertare gli utenti. L’Istituto Nazionale Previdenza Sociale ha, infatti, riscontrato la presenza di oltre “50 pagine che utilizzano la parola Inps o il logo dell’Istituto in maniera impropria”. A quanto pare, diverse pagine Facebook si sono spacciate per portali di comunicazione dell’ente pensionistico. Il tutto mettendo a rischio la sicurezza dei dati sensibili degli utenti ed offrendo loro informazioni non corrette o addirittura fuorvianti. La notizia peggiore è che queste pagine si sono auto-generate e non possono essere chiuse perché è impossibile risalire ad un amministratore/fondatore.
3 Instagram e la lotta contro i fotomontaggi
Questa volta la denuncia non proviene dalla piattaforma ufficiale, ma dall’iniziativa di un singolo utente. Non si tratta di fake news ma di fake photos. L’account creato si chiama “You Did Not Sleep There”. Nasce da un’idea di Luisa Jeffery, canadese di 28 anni. La ragazza ha deciso di “smascherare” l’impudenza di certi instagrammer e mettere alla gogna le fake photos. Chi usa assiduamente Instagram lo sa che ci sono followers ambiziosi, anche troppo. Gente che sfoggia le proprie vacanze peggio di un rolex. Questa tendenza può essere racchiusa in un hashtag: #wanderlust, ovvero “desiderio di vagare” per la Terra, scattarsi foto e postarle sui social. Nella realtà si traduce in un fenomeno di imitazione globale fatto di hashtag. Molti di questi “esibizionisti sociali”, oltre ad essere pedanti, sono anche finti perché photoshoppano le proprie avventure. La missione di “You Did Not Sleep There” è denunciare le fotografie ingannevoli di instagrammer che fingono di passare la notte in luoghi pericolosissimi e precari. Ecco alcuni esempi: