Diana limited edition: arriva un modello d’ispirazione giapponese e vintage che farà impazzire i collezionisti delle fotocamere analogiche.
Diana F+ Nami Edition: ancora una nuova creazione in casa Lomography che arriva a colorare questi giorni incerti del 2020. Ogni volta che una Diana limited edition fa capolino sul mercato gli amanti della pellicola e degli scatti creativi lo-fi drizzano le antenne. Ecco dunque il vostro momento: tenetevi pronti a partire per un viaggio immaginario nel Giappone e nella simbologia con l’ultima Diana edizione limitata.
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1 Diana F+ Nami Edition: il tema onde Seigaiha
Ogni Diana Limited Edition è caratterizzata da un tema: questa volta al centro dell’ispirazione Lomography troviamo il Giappone. Terra all’avanguardia che viaggia a velocità supersonica, affonda però le radici in arcaiche tradizioni ricche di elementi simbolici. A quest’aspetto più misterioso, affascinate e introspettivo si rifà il tema pittorico della scocca sulla nuova Diana F+ Nami Edition.
Si tratta delle onde Seigaiha, allegoria della potenza, della resistenza e della tranquillità. A ben vedere valori di cui abbiamo bisogno oggi più che mai. Tutto si lega anche cromaticamente, nelle sfumature dell’azzurro e del blu, che richiamano la calma e la meditazione. Il design della Diana edizione limitata ne fa un oggetto da collezione, così come iconiche sono le foto su pellicola scattate. Ognuna diversa dall’altra, veri e propri pezzi unici.
2 Come funziona la Diana F+
Ogni Diana limited edition cambia “vestito”, pur rifacendosi sempre al modello originale degli anni ’60. Mantiene anche il formato della pellicola, ovvero il 120 mm, e il fotogramma quadrato, altro vero tratto distintivo dell’iconografia Lomo. Ma ciò che davvero contraddistingue l’allure visivo delle immagini scattate e sviluppate da una Diana F+ è la resa lo-fi, volutamente a bassa risoluzione, e i colori spesso saturi che imprevedibilmente ritroviamo sul frame. Proprio i fattori inaspettati rendono le foto Lomo irreali, come testimonianze di un mondo sognato. Una semantica opposta a quella realista in genere associata al linguaggio fotografico, che richiama piuttosto l’istantanea e l’estetica Instagram. Alla quale non si sottrae nemmeno la Diana F+ Nami Edition.
3 L’essenza della sperimentazione nella fotografia analogica
La fama della Diana in edizione limitata, e anche dei modelli più diffusi, sta nel carattere sperimentale e sorprendente che è in grado d’immettere nel genere della fotografia analogica e a foro stenopeico. Oggi sempre più praticata e tornata in auge. La nuovissima Diana F+ Nami Edition è in grado di produrre immagini con vignettatura e colori “acidi”. Si potrà utilizzare per svariati tipi di soggetto, non solo in modalità stenopeica o panoramica.
Infatti dispone di un kit di obiettivi intercambiabili: dal grandangolo alla lente close-up, fino al teleobiettivo e persino il fish-eye, per scatenare alti livelli di creatività. Al carattere poliedrico e versatile di questa Nami Edition si aggiungono, inoltre, lo splitzer, i cavetti per la connessione del flash esterno e tanti altri divertenti accessori. Non è una macchina giocattolo! Semplicemente si rifà a un’estetica giocosa. Che porta comunque alla creazione di grandi opere d’arte: visita la pagina dello Lomography community e scopri le gallerie Lomo sparse per il mondo.
4 A ogni pellicola la sua Diana
Questa Diana edizione limitata funziona con dei film da 120 mm. Ma la Nami non è l’unica camera stenopeica Lomo in grado di supportare questo medio formato. Così come esistono Diana per rullini da 35 mm (Diana Mini) e per 110 mm (Diana Baby). Si possono utilizzare film di qualsiasi tipo e marca, ma per i risultati più spettacolari conviene affidarsi a quelle prodotte direttamente da Lomography. Così come al laboratorio di sviluppo interno all’azienda. In qualunque parte del mondo vi troviate, provvederà a spedirvi le vostre preziose stampe.
Le pellicole Lomo sono in grado di riprodurre colori lisergici, alti contrasti, così come nostalgici bianco e nero e color negative. Disponibili anche particolarissime emulsioni in grado di riportare spettacolari dominanti che vanno dal magenta al rosso. In particolare quando acquisterai la Diana F+ Nami Edition troverai incluso nel pack della camera un bellissimo rullo da 120 mm, così da poterla iniziare ad usare subito.
5 Le specifiche tecniche della Diana F+ Nami Edition
Come già detto, con la Diana F+ Nami Edition, si dovranno usare rullini da 120 mm e farlo avanzare tramite un meccanismo knob. La lunghezza focale arriva a 75 mm per una distanza di messa a fuoco minima che va da solo 1 metro fino all’infinito. La tipologia di messa a fuoco è a zona mentre esistono diverse tipologie di apertura del diaframma con denominazioni precise, per aiutare nello scatto anche i principianti. Tra di esse l’apertura Pinhole, quella Cloudy, che corrisponde a f/8 e permette di inglobare abbastanza luce quando si scatta con tempo nuvoloso. Poi troviamo a f/11 l’Half Shade, quando ci si trova in condizioni intermedie di ombra e luce, e infine l’apertura Sunny a f/16 da settare quando la luce è già tanta, in una limpida giornata soleggiata.
La velocità dell’otturatore può arrivare a 1/60 e si può sfruttare la famigerata lunga esposizione in posa Bulb (B). Sono integrati un mirino ottico diretto e un display dove vengono visualizzati i frame rimanenti scanditi dal contatore. Presenti anche un cavo di rilascio, sfruttabile con adattatore, il connettore per il flash esterno e la vite universale per l’attacco a un qualsiasi treppiede. L’alimentazione della fotocamera avviene tramite una comune batteria di tipo AA. Il prezzo consigliato al pubblico del kit Diana F+ Nami Edition è di 89 euro.
6 Lomography: qualche cenno storico
La Lomography, per gli amici Lomo, è stata fondata nel 1992 con l’intento di riportare in voga alcuni dei modelli di fotocamera analogica russi tra i più bizzarri. Su tutti l’iconica Lomo LC-A che ha furoreggiato, con le sue riproduzioni, per gran parte degli anni 2000.
Intorno all’estetica Lomo si è sviluppata una folta comunità di appassionati di fotografia analogica creativa. Dallo scambio web, tramite forum e canali tematici, questi sono passati all’organizzazione di corsi e workshop, fino ad esporre in vere e proprie gallerie dedicate. Il tutto sempre all’insegna della più totale sperimentazione visiva, in tutta libertà, al di là e ben oltre i più noti canoni fotografici.
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