ReCode stila la classifica delle 100 personalità digital 2017. Tra Jeff Bezos, Elon Musk e Mark Zukerberg sgomitano tante new entry
Parafrasando il vecchio Clint, potremmo dire che le classifiche sono come le palle: ognuno ha le sue. Sono un sistema di giudizio controverso, generalmente prive di argomentazioni e molto discordanti tra loro. Eppure sono un divetessment irresistibile, per lettori e redattori: un’occasione per giocare su materie complesse, un escamotage per tirare le somme. Così fior di riviste autorevoli, ogni dicembre, si cimentano nell’esercizio della top ten, twenty o hundred dell’anno. Tra le più interessanti del 2017 c’è quella stilata dal magazine ReCode, specializzato nel raccontare i retroscena della Silicon Valley. Granitico e senza fronzoli, il titolo del listone di fine anno recita così: “The people in tech, business and media who mattered in 2017”. Traducendo in italiano, è la classifica delle 100 personalità digital 2017. Molti sono volti noti, come Jeff Bezos, Elon Musk, Mark Zuckerberg. Qua e là ci sono figure tanto innovative quanto sconosciute ai più. Ecco di seguito le prime 10 posizioni.
1. Jeff Bezos, Amazon
2. Susan Fowler, Stripe
3. Jodi Kantor and Megan Twohey, The New York Times; Ronan Farrow, The New Yorker
4. Mark Zuckerberg, Facebook
5. Tim Cook, Apple
6. Masayoshi Son, SoftBank
7. Sundar Pichai, Google
8. Elon Musk, Tesla and SpaceX
9. Katrina Lake, Stitch Fix
10. Margrethe Vestager, European Union
1 1° – Jeff Bezos: Amazon
Il numero uno della classifica delle 100 personalità digital 2017 è lui, Mr. Amazon, colui che nel 2017 ha fatto volare un’azienda già consistente, verso risultati insperati: 50% in più di valore sui titoli di borsa e un valore complessivo di 550 miliardi di dollari. ReCode prevede un futuro roseo per il colosso e-commerce: stando alle proiezioni, Amazon diventerà il più grande grocer online degli Stati uniti, lancerà una linea di vestiti e svilupperà il sistema di assistenza vocale più sofisticato. In realtà c’è già e si chiama Alexa, ma ancora ha qualche deficit. In italiano, ad esempio, nemmeno è disponibile. Tutto questo entro il 2027, almeno secondo la redazione di ReCode. Comunque Jeff Bezos merita l’oro senza ombra di dubbio: non sbaglia un colpo ed è il classico imprenditore dotato della proverbiale visione d’insieme. Proprio nel 2017 Jeff Bezos è diventato l’uomo più ricco del mondo, scalzando dal trono Bill Gates. Certo, ci sono le imbarazzanti proteste dei magazzinieri Amazon, ma difficilmente riusciranno a scalfire l’impero economico dell’acquisto online.
2 2° – Susan Fowler: Dove c’è potere, c’è sexual harrasment
Il 2017 verrà ricordato (anche) come l’anno delle denunce sessuali. Non che il sexual harrasment sia una novità, ma un paio di denunce assestate nel modo giusto hanno scatenato un butterfly effect su tutta la società occidentale. La bufera di scandali, è servita perlomeno a comprendere una grande verità: dove c’è potere, c’è anche il suo abuso, spesso utilizzato a fini sessuali. E non esiste praticamente settore che si salva dall’ignobile teorema. Addirittura tra i nerd occhialuti della Silicon Valley si nasconde qualche orco e lo abbiamo scoperto grazie a Susan Fowler. È una giovane ingegnere di Uber, che ha denunciato le molestie subite all’interno dell’azienda. Pare che sia stata lei la cellula impazzita che ha scosso le coscienze degli Stati Uniti, arrivando fino a Hollywood e poi al Congresso. Tutto nasce dal post del suo blog: 3000 parole nelle quali accusa il CEO di Uber Travis Kalanick di abusi sessuali, così come tutto il reparto dello human resources per la sua condotta sessista. Anche il Financial Times l’ha inserita tra le persone dell’anno, ma alla posizione numero uno della classifica. “Gli effetti della sua accusa”, scrivono sul quotidiano, “si sono spinti ben al di là della società Uber”.
3 3° – Jodi Kantor, Megan Twohey e Ronan Farrow
Per Jodi Kantor, Megan Twohey e Ronan Farrow vale lo stesso discorso: senza di loro, “non staremo vivendo l’era post-Weinstein”, scrivono su ReCode. Loro sono tre giornalisti, i primi due dal New York Times, il terzo è il figlio di Woody Allen e Mia Farrow e scrive per il The New Yorker. Assieme hanno dimostrato che il potere del giornalismo è ancora in grado di smuovere le coscienze: certo, servono inchieste serie, niente a che vedere con le fake news del web. In questo la carta stampata, ha ancora l’autorevolezza sufficiente che manca alle pubblicazioni digitali. Sarà per questo che Jodi Kantor e Megan Twohey hanno scelto la storica casa editrice Penguin Press per pubblicare il libro-reportage sull’ondata di scandali a Hollywood.
4 Bitcoin e sharing economy
Una panoramica veloce sul resto della classifica, è indicativa sullo stato dell’arte della digitalizzazione. A parte Jeff Bezos, Elon Musk, Mark Zuckerberg, già ampiamente premiati, appaiono tanti i protagonisti della sharing economy tra la classifica delle 100 personalità hi-tech e digital 2017. Tra questi è citato Dara Khosrowshahi, nuovo CEO dell’incriminato Uber. Ma ci sono anche Brian Chesky di AirBnb e Toby Sun di LimeBike. (servizio di bike sharing simili ai nostri Moovit e Mobike) Le criptomonete sono l’altro grande protagonista del 2017, con la cavalcata dei Bitcoin e la passione ritrovata per il mining. Nella lista non poteva mancare Brian Armstrong, fondatore dell’organizzazione Coinbase. Un portale che nel 2017 ha visto crescere gli iscritti da 4,7 milioni a 13,3.
5 I servizi streaming: Spotify e Netflix la fanno da padroni
I servizi streaming procedono a velocità sostenuta: sono sostanzialmente il futuro, per buona parte del mondo dell’intrattenimento. Netflix, Spotify, Tidal, Amazon Video Prime o Rakuten Tv sono solo alcuni dei colossi che stanno entrando nelle case delle persone. Daniel Ek è il fondatore di Spotify e si è posizionato alla 17esima posizione nella classifica delle 100 personalità digital 2017. “La gente pagava 15 dollari per un CD per una canzone bella. Poi hanno smesso di pagare per ascoltare musica, grazie a Napster”, scrivono i redattori di ReCode. “Grazie a Spotify paghiamo 10 dollari al mese (prendere o lasciare) per tutta la musica che hanno in catalogo”. Risultato? 60 milioni di iscritti paganti e un centinaio per quelli totali. Netflix macina numeri simili: 100 milioni di iscritti e 8 miliardi di investimenti in serie tv e film in streaming previsti per il prossimo anno.
6 E il resto della classifica delle 100 personalità digital 2017?
Il bello della classifica è che è molto variegata. Registi, attori, giornalisti, imprenditori o politici, messi in un unico calderone. C’è Jordan Peele, scrittore e regista di Get Out, c’è la regista di Wonder Woman Patty Jenkins e la politica dell’Unione Europea Margrethe Vestager. Anche il CEO di Nvidia Jensen Huang è nella classifica: giustamente, vista la cavalcata in borsa dei titoli della compagnia. Conclusioni? Per dirla in poche parole, social in posizione stabile, criptomonete in volo, streaming e sharing come rivoluzioni economiche. Le brutte notizie arrivano dal fronte umano: abusi sulle donne, muri che si innalzano (ReCode piazza Donald Trump nella classifica dei peggiori del 2017) e comunità che si sgretolano. Come quella americana sempre più divisa dal colore o quella europea da interessi economici. Una cosa è certa: non ci siamo annoiati in questo 2017.