8 brani per apprezzare la profondità dei testi della musica streaming italiana: come orientarsi tra i consigli di Apple Music!
Ci piace la musica, ci piacciono tutte le piattaforme di streaming musicale (qui l’articolo dedicato). Tralasciando la guerra dei perenni confronti e dei reciproci sorpassi in atto tra Spotify e Apple Music, rilassiamoci con la cara vecchia musica italiana. Se state leggendo questo articolo probabilmente starete già usufruendo del servizio offerto da Apple Music. Forse avete la prova di musica streaming gratuita della durata di 3 mesi, quella che alla fine converte sempre. La strategia di Cupertino è una delle più riuscite in assoluto, 3 mesi sono lunghi, si impara a conoscere bene il servizio. Soprattutto ci si affeziona e si arriva a pensare di non poterne più fare a meno. -Alla fine- penserete -9,99€ per tutta la musica che voglio non è poi tanto-. Per i neofiti: leggete la nostra guida completa su Apple music e musica streaming. Ricordiamo che Apple Music è disponibile anche per Android!
1 Perché l’offerta di Apple Music ha funzionato
Sono passati appena 2 anni ed Apple Music ha già un bacino di utenti molto esteso. I motivi? Banalissimi. Vi ricordate le ore passate a scaricare il vostro CD preferito appena uscito? Quello che proprio non si trovava in nessun modo? Per non parlare del prezzo esagerato delle new entry, delle “playlist da quattro soldi” estive o natalizie, delle colonne sonore, ecc… La musica streaming ha posto fine alla maggior parte dei nostri problemi, pur con qualche compromesso di sorta. Chi vuole risparmiare, d’altronde, può sempre sottoscrivere un piano familiare da 14,99€ al mese e condividerlo con altri 5 utenti, ognuno col proprio account. In questo modo il risparmio è effettivo: solo 2,49€ al mese per TUTTA la musica streaming che vi passa per la testa. Fino ad ora non ci è mai capitato di cercare un artista e non trovarlo negli elenchi di Apple Music!
2 Il cantautorato italiano: tra poesia e letteratura
Qual è l’errore comune di chi associa la musica italiana a Tiziano Ferro & Co? Il non aver mai ascoltato veramente la musica italiana. La melodia magari non è il nostro punto di forza, i nostri compagni oltreoceano lo sapranno bene, ma i testi? Come non osannare la maestosità di alcuni racconti? Ecco una selezione dei migliori cantautori italiani e relative songs che hanno, in qualche modo, fatto la storia. Per dimostrarvi che anche i cantautori italiani moderni hanno del potenziale, abbiamo pensato ad una playlist di musica streaming antica e moderna, quattro contro quattro.
3 Gli antichi: indomiti immortali
Di seguito le quattro canzoni che dovreste ascoltare una volta nella vita e cercare di capirne veramente il senso, una volta contestualizzato il testo.
Titanic – F. De Gregori
Canzone irriverente e bellissima, scritta da un De Gregori ancora in erba. Tutta la storia procede per contrasti, rappresentando la vita della terza classe e quella di lusso. Il narratore è un emigrante povero e felice, che si accontenta di quella cuccetta sozza di terza classe (che lui descrive come un letto a due piazze, meglio di quello fornito in ospedale). Titanic è la rappresentazione dello spaccato sociale dell’epoca: non manca il borghese arricchito e la dama col cappello. Perfetta la frase di chiusura del testo, la quale rimarca e riprende il gioco narrativo: i “cafoni” di terza classe “per non morire” vanno in America, mentre la ragazza di prima ci va “per sposarsi”.
Ma che freddo fa – Nada
Una di quelle canzoni sdolcinate da cantare a squarciagola. Il freddo descritto e cantato dalla grande Nada è interiore oltre che climatico. E poi è in tema perché, come tutti ormai sappiamo, “winter is coming”!
A muso duro – P. Bertoli
Sconosciuta a molti, “A muso duro” dovrebbe essere un vero a proprio mantra per tutti. Bertoli scrisse questo testo per ribellarsi alla discografia pilotata di fine anni ’70. In particolare, il cantautore era esasperato dalla propria casa discografica che insisteva perché ammodernasse il suo linguaggio (“adesso dovrei fare le canzoni con i dosaggi esatti degli esperti, magari poi vestirmi come un fesso per fare il deficiente nei concerti”). Il pathos della canzone aumenta nota dopo nota, con parole crude e forti. Il risultato e la soluzione? Prendere la vita a muso duro, senza farsi sempre condizionare dal giudizio altrui, dalle logiche del mercato, dai problemi di percorso. Bertoli ha pagato le conseguenze del suo essere controcorrente e non commerciale, ma i pochi che lo ricordano hanno ascoltato bene le sue grida.
Un albero di trenta piani – A. Celentano
Storica canzone di Adriano Celentano. Scritta nel 1972, ad ascoltarla oggi risulta di un’attualità disarmante. L’unica differenza è l’assenza, nel nostro caso, del mix meraviglia/indignazione davanti alla “mostruosità urbana”. La storia è semplice ed immediata: un gruppo di ragazzi si trasferisce nella metropoli (Milano) e s’ingrigisce insieme ai fumi di quella città. Gli alberi di trenta piani sono metafore degli enormi grattacieli che in quegli anni venivano costruiti massivamente. Come afferma Celentano, il cambiamento si ripecuote sul comportamento e sulle relazioni umane: “la nevrosi è di moda: chi non l’ha (chi non ce l’ha) ripudiato sarà”. Come dargli torto?
4 I moderni: gli italiani sanno ancora essere poetici
La guerra è finita – Baustelle
“La guerra è finita” è una di quelle canzoni suscettibili di tremila diverse letture. L’interpretazione comune ci rivede la storia di una ragazzina stanca, bombardata dalla famiglia e distrutta dalla società per tutta una serie di scelte sbagliate. Dopo quella che sembra una lotta all’ultimo sangue con la vita, arriva a razionalizzare i propri problemi e sopravvivere ai “bombardamenti”. Baustelle enigmatici, come sempre.
Chiuso dall’interno – Dente
Strambo, incomprensibile, originale. Ecco un artista italiano dal sapore malinconico e oltremodo ironico. Chi lo segue dagli arbori conosce la sua purezza. La musica di Dente non è mai stata soggiogata dalle logiche del mercato commerciale. Durante i suoi concerti (spesso organizzati all’interno di piccole chiese o piccoli luoghi evocativi) ha spesso dichiarato di essere elitario per scelta. Ma è tutt’altro che snob, anzi, il rapporto di Giuseppe Peveri (in arte Dente) con il pubblico potrebbe definirsi a tutti gli effetti “speciale”. Questo perché il cantautore è in grado di innalzare il coinvolgimento ai massimi livelli. Perché questa canzone? Sostanzialmente perché, in quanto a genialità dei testi, è molto difficile scegliere. “Chiuso dall’interno” è il dipinto della modernità. Dell’essere umano bloccato dalle sue stesse paure. Spaccato a metà tra l’immagine ideale di se e il reale riflesso nello specchio (“Ma il coraggio finisce qui, sulle pagine di un quaderno pieno di bugie e chiuso dall’interno”).
Il mare verticale – P. Benvegnù
Musicalità molto particolare, difficile definirla “bella” nel senso vero e proprio del termine. Il testo è veramente introspettivo, sembra una seduta dallo psicoterapeuta a lieto fine: “lascio che le cose passino e mi sfiorino”. Inno alla vita in qualche modo, inno alle emozioni forti! Grazie caro Benvegnù.
La verità – Brunori Sas
Uno dei testi più belli degli ultimi anni. È la storia dell’uomo moderno, l’uomo medio. “Te ne sei accorto, sì, che parti per scalare le montagne e poi ti fermi al primo ristorante e non ci pensi più”, questo l’incipit. Metafora della rassegnazione che caratterizza un po’ tutti noi, pieni di ideali ma poco determinati a concretizzarli. Amanti del rischio ma solo quello calcolato. Felici a tutti i costi, anche se il dolore serve al pari della felicità. Artisti e sognatori solo sulla carta. Descrizioni dure, è vero, forse anche troppo generaliste. Però “la verità”, per certi versi, è questa: abbiamo perso il coraggio! Facciamocelo tornare!
Grazie per l’articolo <3 Ma non ci hai messo nulla di Rino Gaetano
Grazie a te Francesco! Rino non è nella playlist perché è nel cuore! :) Continua a seguirci, malgrado questo errore imperdonabile ;)