Android Oreo: Google raffina il proprio sistema operativo mobile

Google raffina il proprio sistema operativo mobile

La nuova versione dell’OS di Google porta in dote parecchi miglioramenti, ma è presto per capire se risolverà alcune problematiche di lungo corso.

Puntuale come ogni anno, Google arriva all’autunno con una nuova versione del sistema operativo Android. Il più diffuso al mondo per numero di cellulari raggiunti, ma anche il più frastagliato a livello di edizioni. Android Oreo ne è l’ottava iterazione e arriva dopo un periodo di beta testing scevro da grandi problemi. L’update servirà così ad apportare una serie di piccoli miglioramenti più che un assortimento di feature in grado di far girare la testa. Ma in fondo va bene così, perché l’intenzione finale di Google è quella di renderne le mille incarnazioni sempre più simili fra loro, possibilmente riducendo i contributi esterni da parte delle case produttrici di hardware.

I MIGLIORI SCONTI DI OGGI

1 Project Treble, la novità che sta sotto la carrozzeria

Una dei crucci più grandi di Big G riguarda proprio gli aggiornamenti di sicurezza, che nel frammentato universo Android arrivano agli utenti a seconda della celerità dei produttori. Se alcuni (Samsung, Motorola) si sono preoccupati di renderli sempre più fluidi, altri sono ancora indietro. Il risultato è che la sicurezza di certe classi di utenti, soprattutto di fronte alle vulnerabilità cosiddette 0-Day, rimane a rischio, a volte per lunghi mesi. Con Project Treble, molti aspetti strutturali di Android vengono compartimentalizzati e semplificati anche per coloro che andranno a modificarne il codice. Nella speranza che i produttori riescano a metterci le mani in modo meno invadente e più veloce.

2 Notifiche meno congestionate

Quello relativo alle notifiche è sicuramente il gruppo di opzioni che farà più piacere agli utenti. Google ha raffinato le possibilità con decisione, nel tentativo di rendere il tutto più configurabile. Sembra incredibile che siano voluti quasi dieci anni, ma finalmente potrete vedere segnalibri relativi alle notifiche direttamente sulle icone. Prerogativa che per anni è rimasta solo su iOS, chi voleva lo stesso effetto su Android doveva rivolgersi a launcher di terze parti che spesso rendono il sistema più lento e meno affidabile. Non sono i classici numeri presenti su iPhone, ma dei punti che segnalano la presenza di notifiche in attesa. Cliccando sull’icona appare una preview della notifica in questione, un sistema decisamente brillante per occuparsi delle novità senza aprire l’app vera e propria. Non solo, perché Google ha posto l’accento su una maggiore pulizia nonché la gerarchizzazione dei messaggi di notifica. Le notifiche risultano così ordinate secondo un criterio d’importanza su cui l’utente potrà intervenire a piacimento.

3 Look e design: attenzione al dettaglio

Non si può certo dire che, rispetto a Nougat, le cose siano radicalmente cambiate. Ci sono diverse novità, ma non saltano all’occhio subito. Non che sia un problema, dato che il look sempre più minimal che Google ha dato al proprio OS è un qualcosa che ci ha visto d’accordo fin da subito. I cambiamenti di look presenti in Android Oreo richiedono un po’ d’uso prima di essere notati, ma contribuiscono a rendere l’esperienza ancora più intuitiva e pulita rispetto alle due versioni precedenti. Chi apprezza il material design con cui Google ha ridisegnato tutto il proprio ecosistema a partire dal 2014 ne troverà una versione ulteriormente migliorata, senza grandi differenze ma con grandi possibilità di configurazione anche a livello visivo.

4 Al momento, poco è cambiato

Forse il problema di Android Oreo è che promette molto senza sapere cosa sarà in grado di mantenere. Sensazione familiare a tutti i possessori di handset Android in fondo, che forse sono diventati vagamente disillusi nel corso degli anni. In parte il problema è strutturale, data l’enorme varietà di dispositivi su cui si muove un OS del genere. Si va da top di gamma super performanti a cellulari da cento euro scarsi, normale che le update si muovano su più velocità, per non parlare dei molti dispositivi che non saranno in grado di ricevere l’agognato aggiornamento. Android Oreo cerca di creare un ecosistema il più possibile ordinato e semplice da personalizzare, ma la palla passa come sempre ai produttori e all’effettiva voglia di mettersi in gioco. Se volete usarlo come Google l’ha pensato, iniziate a mettere i soldi da parte per il prossimo Pixel e sperate che sia distribuito in Italia. Ne varrebbe la pena.

5 Conclusioni

Dubbi a parte, Oreo ci piace. E’ senza dubbio la versione più sofisticata di Android che ci sia capitato di utilizzare. La sua interfaccia semplificata ma potente riuscirà ad attirare sia l’utente più navigato che i transfughi iPhone in cerca di immediatezza. Non è poco, visto che in passato Android ha posto non pochi scogli a chi arrivava da iOS.

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