Android O promette i consueti miglioramenti all’esperienza d’uso dell’OS di Google. Ecco i più interessanti.
L’arrivo di Android 8.0 si avvicina. Si chiamerà Android O e aggiunge un nuovo capitolo alla tradizione “dolciaria” con cui Google denomina ogni versione. La O sembra infatti rimandare ai famosi biscotti Oreo e debutterà verso la fine di agosto. L’approdo vero e proprio sugli smartphone sarà poi mediato dalla celerità delle case produttrici, ma pare confermato che Nokia 8 sarà il primo top di gamma su cui sarà scaricabile. Non molto, invece, è dato sapere sui nuovi telefoni Pixel, sui quali apparirà in forma completa, ma tutti o quasi sono convinti che novità sostanziali sono da attendere entro la fine dell’anno. Per adesso, di ufficiale c’è solo la documentazione pubblicata su source.android.com, contenente alcuni dettagli tecnici sulle caratteristiche dell’OS. Secondo il documento, Google ha progettato un sistema per permettere al telefono di aggiornarsi anche in caso di poco spazio disponibile. Andiamo a vedere in dettaglio di cosa si tratta.
1 Aggiornamenti senza stop
Un’eventualità che tutti hanno sperimentato con i propri smartphone. Si perdono diversi minuti a scaricare un corposo aggiornamento del sistema operativo, per poi sentirsi dire che non c’è spazio disponibile. Adesso, però, Google ha detto basta. Android O eviterà le corse a rimuovere foto o app che impediscono di completare l’operazione. Si tratta di una novità che non nasce dal nulla, in quanto segue l’opzione seamless update presente su Android Nougat. L’opzione introduce uno schema a doppia partizione A/B, dove la partizione A contiene tutti i file scaricabili sul telefono. In caso di aggiornamento, i file necessari vengono spostati su una partizione B operante in background. In questo modo, invece del consueto stop a qualsiasi operazione, basta un semplice riavvio per avere il telefono completamente aggiornato.
2 Brillanti trucchi di programmazione
Google ha applicato questo principio anche all’intero aggiornamento di Android O. Quando il telefono comunica di non avere spazio, in realtà l’ha esaurito solo sulla partizione dedicata ai dati scaricabili dall’utente. La doppia partizione A/B consente di poter indirizzare tutti i file di aggiornamento (generalmente corposi) su una partizione nascosta. La nuova impostazione necessita invece di soli 100kb liberi sulla partizione primaria. In altre parole, foto e app sono salvi. Un miglioramento che non cambierà le nostre vite, ma sicuramente apprezzabile dai cosiddetti power user, cioè coloro che usano il proprio telefono fino all’ultimo kb di dati.
3 Impostazioni semplificate
Altra grande novità di Android O sarà il menù delle impostazioni, decisamente diverso rispetto alle versioni precedenti. A parte il design aggiornato, con schemi di colori diversi e un aspetto decisamente più minimal, le impostazioni si presentano più ordinate e non ci sono i menù slide-out che da sempre hanno accompagnato l’esperienza d’uso del robottino creato da Google.
4 Qualità audio?
Sembra inoltre che Google intenda migliorare l’audio dei telefoni Android. Grazie ad una collaborazione con Sony, Android O dovrebbe offrire il codec LDAC per i collegamenti wireless. In altre parole, appaiandovi una cuffia compatibile con LDAC, la qualità sonora dovrebbe essere garantita. Sarà inoltre possibile configurarne molte opzioni, come canale e frequenza di campionamento, al fine di migliorare connessione e resa audio. Un altro piccolo indizio che dimostra come produttori e sviluppatori puntino sempre di più sul wireless come veicolo ascolto primario sui device del presente e del futuro.
5 Non disponibili su tutti i telefoni
Le novità di Android O non sono garantite su qualsiasi telefono che avrà la fortuna di implementarlo. Una delle debolezze di Android è infatti il panorama frastagliato di produttori e dispositivi disponibili. Le case produttrici possono infatti customizzare la propria versione di Android a piacimento, spesso scegliendo di omettere caratteristiche utili in quanto incompatibili con certi aspetti dei propri device di punta. Si tratta spesso di visioni diverse a livello di programmazione e, soprattutto, di file system. Ad esempio, un articolo di Ars Technica fa notare che i nuovi miglioramenti di Android O potrebbero cozzare con molti schemi di partizione adottati da vari brand di smartphone. Chi vuole l’esperienza Android “pura” dovrà così rivolgersi ai telefoni ufficiali di Google, ovvero i Pixel. Sperando che stavolta siano distribuiti ufficialmente anche in Italia.