Come funziona Tidal? E quanto costa in Italia? Abbiamo provato il sistema di musica streaming, ecco le nostre opinioni
Continua la nostra serie editoriale sui servizi di musica streaming. Stavolta cerchiamo di capire come funziona Tidal, una delle novità più interessanti sul mercato. Si differenzia dai vari Spotify, Apple Music, Google Play Music e Deezer per la forte connotazione audiofila. È inoltre un sistema fortemente supportato dai musicisti stessi, che pretendono dal proprio pubblico una fedeltà non soltanto artistica, ma soprattutto sonora, diciamo tecnica. Per farla facile, vorrebbero che la loro musica venisse ascoltata nel migliore dei modi possibili e non da uno streaming in bassa qualità su Youtube o da mp3 a 128 Kbs. E in effetti – a meno che non si tratti di dischi autoprodotti – dietro la registrazione di un album ci lavorano ore e ore fior di tecnici specializzati, all’interno di studi iper costosi. Perché buttare a mare il grosso sforzo con un servizio di musica streaming mediocre? Ecco come funziona Tidal.
1 La storia: WiMP, Jay Z e lo stato di salute di Tidal
In principio fu WiMP: un servizio streaming musica molto utilizzato in nord-Europa. Sviluppato dall’azienda Aspiro AB assieme alla catena di negozi di musica Platekompaniet AS, divenne subito popolare. L’intuizione riguardava proprio l’opzione Hi-Fi, che consentiva agli utenti la riproduzione delle canzoni in formato FLAC. Per chi fosse poco avvezzo alle sigle (qui la nostra guida ai formati) si tratta di uno standard di compressione lossless. Dunque senza perdita di qualità rispetto a un CD Audio. Così mentre Spotify (qui tutti i segreti) prendeva piede, dagli States guardavano a WiMP e a Tidal con grande interesse.
Fino a quando la Project Panther Bidco Ldt. (indirettamente posseduta dalla S. Carter Enterprises) acquisì la Aspiro AB per 56 milioni di dollari. Chi si nasconde dietro le due aziende? Un certo Shawn Corey Carter, vero nome del rapper Jay Z. Siamo forse al primo tentativo di distribuzione musicale gestita direttamente da un musicista. A distanza di quasi 3 anni, ha funzionato?
2 Come sta andando Tidal?
La risposta è “meh”. Tidal nei suoi 30 mesi di vita ha ricevuto il supporto di numerose star della musica, tra le quali Madonna, Beyoncé, Kanye West, Coldplay e Prince. Hanno addirittura inventato un hashtag, che inondò i social network nel giorno della serata di lancio di Tidal, svoltasi il 30 marzo 2015. “Tidal cambierà per sempre la storia della musica” perché è “la prima volta che una piattaforma globale di musica è di proprietà di artisti”, affermava Alicia Keys quella stessa sera. Proposito ammirevole, peccato che il costo del servizio sia decisamente più alto dei concorrenti. E Tidal – al momento – pare navighi in cattive acque.
La partecipazione c’è stata e gli abbonati sono in crescita, ma i suoi 3 milioni sono una lacrima, rispetto ai 30 di Spotify e ai 20 di Apple Music. Insomma l’opzione Hi-Fi interessa, ma non ha ancora stravolto il settore. Al di là di come funziona Tidal, evidentemente gli utenti preferiscono un servizio economico (o addirittura gratis) rispetto alla massima fedeltà sonora.
3 Come funziona Tidal: Costi e servizi di musica streaming
Veniamo al punto centrale: come funziona Tidal e quanto costa? Anzitutto non esiste un abbonamento gratuito, come invece è per Spotify. Ci sono due opzioni: la tariffa “Premium” e quella “HiFi”. La prima costa 9,99 € e promette “Qualità audio standard. Video musicali ad alta definizione. Editoriali curati dagli esperti”. La seconda costa 19,99 e offre “Qualità audio Lossless ad alta fedeltà. Video musicali ad alta definizione. Editoriale curato dagli esperti”. Soltanto la seconda permette di scaricare sul proprio device la musica, per un ascolto offline. Per chi volesse provare, Tidal è completamente gratuito per i primi 30 giorni. Poi, automaticamente, scatta il piano tariffario. Per usufruirne basta iscriversi QUI e inserire il numero della carta di credito (o le credenziali PayPal). Occhio, se non si disdice l’iscrizione Tidal scalerà i soldi della prima rata direttamente dal vostro conto.
4 La qualità della musica streaming di Tidal
Come funziona Tidal lo abbiamo capito. Ma qual è il suo fiore all’occhiello? La qualità di musica streaming è la migliore disponibile. Ci sono quattro standard impostabili: Qualità “normale”, a 96 kbps, qualità alta, a 320 Kbps e HiFi, a 1411 kbps (in 16 bit/44,1 KHz) e la qualità “Master”. I formati utilizzati sono l’AAC+ per il primo, l’AAC per il secondo, il FLAC per il terzo e l’MQA per l’ultimo. Per chi fosse poco avvezzo alla qualità audio, possiamo dire che il primo step ha una qualità da radio FM. Ascoltabile, suono pulito, ma estremamente compresso.
Ottimo per ascoltare musica dallo smartphone e non consumare troppi Giga: d’altronde con auricolari da poco, la qualità “normale” è più che sufficiente. Con il secondo step si comincia a ragionare: di fatto è già alta qualità. Se avete un buon impianto a casa o delle cuffie di medio-alto livello i 320 kbps con compressione AAC fanno ampiamente il proprio dovere. E’ molto difficile per l’orecchio umano distinguerlo dal suono di un CD audio. Se pensate di riuscirci, sappiate che probabilmente è tutta suggestione.
5 Qualità HiFi: Oltre i 320 kbps
Il servizio da audiofili si avvera con gli standard HiFi e Master. Il primo corrisponde alla qualità di un CD audio: che è già una discreta novità, visto che né Spotify né Apple Music offrono tale opzione. Il formato è il FLAC, che è sì compresso ma senza la perdita di qualità. Ma è con l’opzione “Master” che Tidal supera tutta la concorrenza, anche quella di Qobuz e Deezer Elite. Il formato utilizzato si chiama MQA e promette una qualità pari a quella che esce dalla sala di registrazione di un artista. Ha la qualità del “Master”, appunto, che è un po’ il negativo del disco finale.
Serve? Nì: la qualità audio del Master sfiora la perfezione e supera sia quella di un CD che di un vinile. Tuttavia ci vuole l’orecchio assoluto (o comunque un ottimo udito) per rendersene conto. Oltreché un hardware adeguato. Da utilizzare rigorosamente su un impianto hi-fi dalle prestazioni altissime, oppure delle cuffie over ear top gamma, come le Beats Studio MHDL2ZM/B o le Sennheiser HD 598. Assieme sarà necessario l’utilizzo di uno o più DAC, per migliorare la conversione del segnale digitale ad analogico.
6 Il catalogo e la compatibilità
Ma come funziona Tidal sul lato della compatibilità? Una volta attivato l’account, sul sito internet ci vengono proposte tutte le versioni del servizio: c’è il software per Windows e Mac, quello per iOS, per Android e il lettore web (funzionante con tutti i browser, ma pensato per Chrome). C’è anche il modo di collegarlo direttamente con i sistemi di multiroom più diffusi. Tanti i brand compatibili: dalla blasonata Sonos, alla Pioneer, a Technics a Harman Kadron. Manca lo Yamaha MusicCast, ma stando a questo comunicato ufficiale, la compatibilità dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno. Un tassello fondamentale per il servizio di musica streaming by Jay Z.
7 Come usare Tidal
Uno dei difetti di Tidal risiede proprio nell’interfaccia. Non che sia brutta o particolarmente scomoda, ma è davvero identica a quella di Spotify. Con un’unica differenza: il servizio di musica streaming svedese è meglio organizzata e ha qualche funzione divertente. La Discover Weekly è semplicemente irresistibile, così come il Daily Mix. Dalla sua Tidal ha le “Featured” quotidiane (instant playlist per genere) e le raccolte per “mood”. Simile alla discover Weekly c’è la miscela della settimana, che però non tiene conto dei tuoi gusti, quanto delle novità discografiche. Molto bella invece la parte editoriale: accanto alla musica streaming, appaiono veri e propri articoli, consultabili attraverso un qualsiasi browser.
Sono interviste, recensioni ed editoriali di musica scritti dai critici esperti di Tidal. Idea interessante, che scommettiamo verrà adottata dalle altre piattaforme. Infine i contenuti video: C’è un archivio di oltre 100mila videoclip, tutti caricati in HD e disponibili in streaming. Ci sono anche documentari, film musicali (pochi a dire il vero: Electroma dei Daft Punk) e interviste. Carino anche il TIDAL Rising: una sezione (con video, interviste e playlist) dedicata alle band emergenti.
8 Giudizio finale: Passare a Tidal o meglio tenersi Spotify?
La risposta in questo caso è molto semplice. Tidal è una piattaforma di musica streaming pensata per i musicisti, ma utile solamente agli audiofili. Qui tutti loro troveranno pane per i loro denti: qualità del suono, contenuti editoriali e videografici eccellenti. Per gli ascoltatori occasionali molto meglio lo Spotify Free, Premium o Apple Music, che con abbonamento annuale viene meno di tutti: 99 €.
Sono sistemi meglio collaudati e più semplici da installare e utilizzare. Spotify, nella versione Premium, è maestra nel “coccolare” l’ascoltatore, con un algoritmo di scelta dei brani davvero insuperabile. Anche il catalogo di Spotify nelle novità è ben più fornito. Perché dovremmo passare a Tidal, a parte il discorso sulla super-qualità? Per come funziona Tidal? O per una questione etica? Perché sta dalla parte degli artisti? Insomma: a sostenere (e possedere) Tidal sono 16 superstar non certo indigenti. Le percentuali di guadagno ai musicisti emergenti invece, quelle restano misere: è circa il doppio rispetto a Spotify, ma stiamo comunque parlando di “zero virgola” qualcosa.
Non certo la rivoluzione della musica streaming promessa da Jay Z & company. Verdetto finale? Tidal è comunque promosso, perché funziona egregiamente e offre una qualità del suono eccellente. Ma valeva la pena di spendere 56 milioni di dollari, coinvolgere 16 superstar e proclamarsi paladini della musica in nome di una piattaforma uguale alle altre? In tutta sincerità, ne facevamo tranquillamente a meno. Bastava aspettare l’aggiornamento “lossless” di Spotify (in arrivo) e per noi utenti avrebbe fatto lo stesso.
9 Altre offerte oltre a Tidal: Amazon Unlimited Music
Come appendice, ci sentiamo di consigliare la prova gratuita di Amazon Unlimited Music. Ci abbiamo già scritto un articolo dedicato, ma ribadiamo l’offerta interessante anche qui. Il servizio di Amazon è stato lanciato da poco in Italia: ha un catalogo (dichiarato) di 50 milioni di brani e funzioni similari. Funziona sia su desktop che su app (mobile android e Apple). Al contrario di Tidal non punta sulla qualità del suono, tanto che il colosso di Jeff Bezos non si è nemmeno scomodato a far sapere il bitrates – né il formato utilizzato. Sospettiamo si tratti di un lossy, a 320Kbps e caratteristiche strutturali simili all’AAC. Bisogna dire che l’interfaccia è estremamente friendly e il costo inferiore ai concorrenti: sono 99 € all’anno per i clienti Prime. Di sotto, potete cliccare sul banner, per approfittare dell’offerta (in scadenza!) completamente gratuita per un mese. Provate e fateci sapere nei commenti.
Vorrei sapere se esiste un abbonamento annuale per tidal hi fi,grazie.
Buongiorno, ho due dispositivi, uno android e l altro ios, (smartphone e ipad) se mi abbono a tidal posso ascoltare musica su entrambi? Grazie