La logistica di magazzino nel corso del tempo ha conosciuto una costante evoluzione che prosegue ancora oggi, al tempo dell’industria 4.0
Fino a qualche decennio fa la logistica industriale comportava unicamente la distribuzione del prodotto finito. Con il passare degli anni, poi, la nozione di logistica si è espansa, al punto che oggi comprende, grazie ai miglioramenti tecnologici, tutte le fasi del processo produttivo. Se in passato si aveva a che fare con una semplice serie di attività operative, quello odierno è a tutti gli effetti un sistema interfunzionale grazie a cui è possibile ottenere livelli di performance molto alti.
1 I flussi informativi
Fino alla fine del secolo scorso la gestione del magazzino era prettamente di tipo manuale, con i magazzinieri che erano operai deputati a un lavoro esclusivamente fisico. Attualmente, invece, si ha a che fare con operazioni automatizzate, che evidentemente hanno contribuito ad incrementare l’efficienza dei processi sia per la logistica in entrata che per quella in uscita. Il flusso informativo ha superato per importanza quello fisico: esso inizia con l’ordine del cliente per giungere al fornitore che deve mettere a disposizione il materiale richiesto. Dalla richiesta di produzione si passa alla richiesta di materiale, che rende possibile la produzione vera e propria e, di conseguenza, l’approvvigionamento.
2 La creazione di valore
L’avvento dei sistemi gestionali informatici non ha reso superfluo l’intervento manuale ma lo ha specializzato: deve essere ancora assicurata l’integrazione con i sistemi di gestione fisica, a dimostrazione di come la logistica di magazzino sia il frutto di un insieme di attività che devono essere coordinate le une con le altre. Solo in questo modo si può giungere a creare valore, rendendo l’azienda competitiva. Sono diversi i dipartimenti coinvolti, ed è per questo che quando ci si domanda come organizzare un magazzino non si può fare a meno di porre l’accento sull’importanza della comunicazione. È questa la strada da percorrere per essere in grado di ottimizzare tutte le operazioni, automatizzate o meno: la ricezione delle merci, sia dalla produzione che dai fornitori; il costante aggiornamento dell’inventario; la gestione dei livelli di riordino; il controllo delle scorte; la spedizione delle merci; i processi di stoccaggio; e così via.
3 L’architettura della logistica in entrata
La logistica in entrata si basa su un’architettura che non può prescindere da una gestione adeguata dei materiali, dei trasporti e dei magazzini. D’altro canto, è importante che venga garantite un’integrazione con varie funzioni del processo aziendale. La funzione approvvigionamenti, per esempio, comprende la programmazione degli acquisti, il controllo dei fornitori e la loro selezione. La funzione di produzione, invece, tiene conto dell’organizzazione dei sistemi di handling dei materiali, dell’ottimizzazione dei flussi di approvvigionamento e della programmazione della produzione. La tecnologia moderna permette di monitorare l’efficienza dei processi, attraverso la misurazione dei costi, ma anche l’efficacia degli stessi, che ha a che fare con la qualità.
4 Le prospettive per il futuro
Se lo scenario in cui le aziende sono operative è cambiato in modo radicale, era inevitabile che anche l’organizzazione aziendale andasse incontro a una significativa evoluzione. Ecco perché la catena della logistica ha conosciuto una vera e propria rivalutazione: un processo indispensabile per imprese di tutte le dimensioni, dalla valenza perfino strategica e in grado di far aumentare la redditività di un’impresa. In futuro tutto questo sarà sempre più evidente, anche tenendo conto delle conseguenze della diffusione di internet dal punto di vista delle modalità di scambio dei prodotti. Le nuove esigenze aziendali non possono prescindere dall’informatica: si pensi, per esempio, all’uso della tecnologia RFID o dei codici a barre per identificare in modo istantaneo i materiali che vengono movimentati.
5 Gli effetti delle innovazioni
L’area logistica ha subìto un impatto notevole dalle innovazioni figlie delle evoluzioni tecniche degli ultimi tempi. Gli ERP di seconda generazione sono programmi gestionali grazie a cui le imprese hanno la possibilità di espandere la classica visione manageriale verso l’esterno, in direzione dei fornitori e dei clienti. Le tecnologie a supporto si affiancano a software dipartimentali che permettono di gestire le problematiche di magazzino con un approccio avanzato, fermo restando che il magazzino stesso rimane il luogo in cui si verifica il transito più consistente dei flussi logistici.
6 Il ruolo del lavoro manuale
Le attività di stoccaggio delle merci, per la maggior parte, possono essere automatizzate per mezzo di magazzini ad hoc. Sono, appunto, i magazzini automatici, che comunque devono essere gestiti e monitorati dall’uomo. I miniload e i trasloelevatori, per esempio, consentono di immagazzinare e di spostare merci e colli in scaffalature che prevedono uno sviluppo in altezza. Per i magazzini più grandi e per le merci pesanti, invece, si ricorre a veicoli, carriponte e convogliatori automatici. Questo comporta tempi inferiori per l’esecuzione di ciascuna operazione e un servizio ai clienti più efficiente e soddisfacente.