Macchine da caffè: come si assume nel mondo la caffeina. Un breve viaggio nelle caffetterie di vari Paesi. E non fate gli schifiltosi!
Che mondo sarebbe senza il caffè? Più sonnolento, insipido e anche un po’ più triste. Per fortuna, la bevanda viene preparata in quasi tutto il mondo, da occidente a oriente e da nord a sud. E il bello è che non c’è un’unica maniera di cucinarla, ma decine, tutte differenti e (quasi) tutte da provare, almeno una volta nella vita. Dunque viene difficile fare una classifica dei “migliori” Paesi per consumo, produzione e preparazione di caffè (cambiano anche le macchine da caffè, a seconda). Diciamo che tradizionalmente si considerano l’Italia, la Francia e gli Stati Uniti come le Nazioni di grandi coffee addicted, ma non sottovalutate il Messico, l’Etiopia e la Turchia. Di seguito, proponiamo una breve carrellata di caffè, luoghi geografici e modi per gustarlo. Perché, come dice qualcuno, il mattino ha l’oro in moka.
1 L’espresso italiano:
Il caffè per eccellenza? Può darsi, o perlomeno è così che lo intendiamo noi italiani, particolarmente dogmatici in cucina. Da bere rigorosamente in piedi, al bancone di un bar affollato, con lo sguardo su La gazzetta dello Sport e un cornetto nell’altra mano. Deve essere molto corto, bevuto caldo e con la schiumetta di colore nocciola. Una ricetta così vincente, che è stata ormai esportata in tutto l’occidente. Per prepararselo comodamente a casa propria ci sono ormai molte macchine da caffè, che svolgono egregiamente il loro compito. Per una “cremina” degna di questo nome c’è la DeLonghi INISSIA EN 80.B che va a capsule e costa sui 108 €. Oppure la Ariete 1365, che va con il caffè in polvere e ha un funzionamento molto simile alle macchine da caffè che trovate nei bar. Altre marche buone sono la Krups, la Gaggia e la Bialetti.
2 Il “beverone” all’americana
Avete presente Harvey Keitel in Pulp Fiction, nei panni del mitico personaggio Mr. Wolf? Quello che risolve problemi e ama il caffè con “tanta panna e tanto zucchero”? Ecco, lui è il tipico consumatore americano di caffeina. E infatti nella scena successiva, il simpatico Jimmy si prodiga a preparargli un beverone in tazza grande, con la “roba costosa” che ama gustarsi nonostante i gusti della moglie. Chi ha visto il film, capirà. Tutti gli altri, avranno comunque presente i bicchieroni da 25-55 cl con cui girano sempre gli americani la mattina. Contengono il tipico caffè lungo, preparato con una dose di caffè espresso e i restanti 2/3 di acqua calda. La quantità di caffeina (fidatevi, chi scrive li ha provati) è comunque maggiore a quella contenuta in un espresso italiano. Il gusto, a dispetto dell’annacquatura non è poi tanto male. Dove provarli? Fuori dai confini italici c’è il blasonato Starbucks, altrimenti comprate una delle macchine per caffè della Hotpoint. C’è la Hotpoint CM TDC DSL0 che dà risultati moto simili a quelli delle macchine d’oltreoceano.
3 L’etiope: cerimonia di classe
Che si coltivasse caffè, in Etiopia, lo si sapeva. Ma in pochi sanno che gli abitanti locali ne consumano a litrate ogni giorno. Esiste perfino una “cerimonia del caffè”, che prevede uso di incenso, ciotole di cocco, tostatura al momento e tritatura a mano. Se vi è difficile andare fino nel continente nero, provatelo in qualche locale a voi vicino (in Italia sono pochi, ma con una ricerca Google potreste trovarne a portata di auto). Chi scrive lo provò a Bruxelles, con la consueta diffidenza di un italiano quando si approccia alle cucine che non sono quelle della nonna. Fidatevi: il caffè etiope spacca. Provatelo, raggiungerete la pace dei sensi.
4 Il caffè turco: Da contemplazione, ma occhio al fondo
La concezione che i turchi hanno del caffè è diametralmente opposta alla nostra. Tazza grande, da bere lentamente e contemplando il paesaggio dalla propria finestra di casa. Nulla a che vedere con la nostra frettolosa tazzina al banco. Niente macchine da caffè: in Turchia si utilizza una padella per la cottura, poi c’è una lunga preparazione che prevede una seconda cottura e l’utilizzo di caffe in polvere, da unire direttamente all’acqua bollente. Il risultato divide le masse, tra chi lo ama e chi non riesce a buttarlo giù. In ogni caso, occhio a non bervi il fondo, che rimane in gran quantità nella parte bassa della tazza.