Continua a crescere l’interesse dietro alle criptomonete. Ma a cosa serve il Bitcoin? Moneta elettronica o oro digitale? Ecco alcune considerazioni
La nostra redazione si è interrogata su una domanda fondamentale per il futuro della “regina” delle criptomonete. A cosa serve il Bitcoin? E quale sarà l’utilizzo principale che ne faranno gli investitori. Le strade possibili sono due: moneta virtuale comoda per pagamenti in remoto, o fondo d’investimento da conservare gelosamente. Gli ultimi sviluppi fanno propendere per la seconda ipotesi, ma come per ogni nuova disciplina, il futuro è confuso e imprevedibile. Abbiamo chiesto al nostro Crypto Entusiast di fiducia la sua opinione e ci ha svelato alcuni scenari possibili. Vi riportiamo di seguito le considerazioni di Andrea Mosca. Potete seguirlo su Steemit, a questo link.
1 Presente e futuro del Bitcoin, a cura di Andrea Mosca
Viene naturale pensare a Bitcoin come ad una moneta elettronica, ovvero una forma di pagamento, alternativa alle tradizionali monete fiat (dollaro, euro, etc). In realtà, tra i requisiti che una buona currency dovrebbe avere, c’è anche quello dell’unità di computo (unit of account). Detto in parole semplici, è la capacità di mantenere un valore relativamente stabile nel tempo. Se la moneta rimane “uguale a sé stessa”, tutti i prezzi dei beni espressi in quella moneta, rimangono costanti e prevedibili. Che piaccia o meno è una forma di tutela per il consumatore. Ed è proprio questo il punto debole della currency Bitcoin: il suo prezzo è estremamente volatile. Per fare un esempio, recentemente (dall’8 al 12 novembre 2017), abbiamo assistito a un crollo del 30% del valore di Bitcoin/Euro, seguito da un rialzo dello stesso 30%, nei cinque giorni successivi. Al momento in cui scriviamo invece, si è attestato su valori record, oltrepassando la soglia dei 8000 dollari. Comunque la si pensi le criptomonete (ecco la nostra guida sul mining) stanno cambiando l’intera economia globale. E’ lecito chiedersi a cosa servono i Bitcoin e quale sarà il suo utilizzo principale. E’ una scelta che prima o poi la comunità di investitori dovrà prendere. Quali sono le strade percorribili?
2 Candele giornaliere
La forte instabilità del Bitcoin è considerato il suo limite maggiore. Ma siamo sicuri che sia così? Se analizziamo l’andamento del Bitcoin sul lungo periodo, ci si rende conto che i sali-scendi frequenti portano comunque in alto. I grafici registrano una linea incostante, ma in perenne salita. Se allarghiamo la timeline agli esordi (2009) anche l’investitore più scettico non può che ricredersi. Bisogna non sottovalutare la sua evoluzione esponenziale: nell’ultimo anno Bitcoin si è apprezzato di circa il 1000%. Il suo valore in Euro è passato da 600 a 6700 con i picchi (ad oggi) di oltre 7000 €. Stiamo parlando di oltre 10 volte negli ultimi 12 mesi. Questo porta ad dilemmi di non facile risposta per il consumatore: perché dovrei comprare un computer oggi, pagandolo un bitcoin, se con lo stesso bitcoin tra un anno, potrei comprare 10 computer di pari valore? Non è forse più conveniente comprare in euro o dollari, che invece sono monete destinate a svalutarsi di circa il 2% annuo?
3 A cosa serve il Bitcoin: Pagamenti in remoto o fondo d’investimento?
Ma possiamo immaginare altre situazioni in cui l’uso della più popolare delle crypto potrebbe risultare poco pratico o estremamente sconveniente: ad esempio un’azienda che decida di pagare i suoi impiegati in bitcoin. Se, nel novembre 2016, lo stipendio di un impiegato di questa azienda sarà 2 bitcoin (circa 1200 euro), nel novembre 2017, invece, sarà sempre 2 bitcoin, che varranno però 12.000 euro. Lo stesso problema si verificherebbe nel caso di mutui o prestiti e, in generale, in tutto il settore del credito. A questo inconveniente si aggiungono anche i costi energetici delle transazioni Bitcoin, che diventano sempre più elevati, e i tempi validazione, anch’essi in crescita. Litecoin o Bitcoin Cash (per fare due esempi), permettono transazioni notevolmente più rapide, con costi inferiori.
4 Bene rifugio coadiuvato dalle Alt
Di sicuro, Bitcoin, per sua stessa natura, si avvia più ad essere usato sempre più come riserva di valore (store of value), cioè come investimento di lungo periodo a fini speculativi. Si tratta di un bene assimilabile all’oro: un bene rifugio, non intaccabile dalle crisi economiche, ma destinato a rivalutarsi costantemente nel tempo, mantenendo intatto il suo valore d’acquisto. Un bene digitale raro, costoso e difficilmente duplicabile, una commodity più che una currency. In futuro vedremo quali saranno le crypto che potranno affermarsi come possibili alternative a Bitcoin, per piccoli pagamenti online o tramite POS (point-of-sale). Esistono, infatti, centinaia di altcoin (criptomonete alternative), che cercano, ognuna con diverse strategie ed accorgimenti tecnologici, di migliorare il modello di partenza.
5 Dal “Che” ai Satoshi: Rivoluzioni promesse, ma occhio alle aspettative
In conclusione meglio restare sul possibilismo, anche perché una risposta certa semplicemente non esiste. Quello delle criptomonete è un nuovissimo paradigma economico-finanziario. Un sistema troppo giovane e acerbo per poter consentire previsioni a lungo termine. Date uno sguardo agli articoli dedicati ai Bitcoin e al mondo delle criptomonete: sono pieni di aggiornamenti, ritocchi ed errata corrige. Naturale: scrivi un dato oggi e domani smette di essere fattuale. E’ proprio il bello del sistema, in continua e rapida evoluzione. Per certi versi possiamo paragonarlo alla nascita di internet, se non altro per il potenziale di innovazione ideologica e sistemica. All’epoca si parlava di modello decentralizzato e non gerarchico, destinato a cambiare il volto dell’economia e delle società future. Oggi, a distanza di 20 anni stiamo ancora cercando di capirlo e in parte ha deluso le aspettative. Restano i super-potenti (Alphabet, Facebook o Amazon), alla faccia della democratizzazione del digitale. Ma una cosa è cristallina: Internet ha cambiato volto al nostro vivere. Vedremo come se la caveranno le criptomonete, ma senza esagerare con le aspettative.
Questo è dunque lo scenario immaginato da Andrea: tanto entusiasmante quanto verosimile. Anche perché sono tutte considerazioni basate sui fatti e su un’attenta analisi dei dati. Più controversa è la questione ideologica: il Bitcoin servirà a scardinare gli attuali sistemi economico-politici internazionali? Il famigerato capitalismo, troverà la morte grazie alle criptomonete? Per Andrea “è già morto da un pezzo, soltanto che deve ancora accorgersene”, ci confessa in chat. Noi siamo più cauti, ricordando le parole dell’intellettuale Slavoj Žižek: “è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo”, al cinema come nella vita. Forse cambierà la tecnologia, le commodity o le valute, ma quella vorace mano invisibile è difficile da ammansire. A cosa serve il Bitcoin insomma, forse non è la domanda giusta. Meglio chiedersi a chi, anche se la risposta potrebbe non piacerci affatto.